Quando è rinato il Sentiero Italia CAI io c’ero!

Si è conclusa la 67^ edizione del Trento Film Festival (Trento, 27 aprile – 5 maggio 2019 ), la rassegna internazionale dedicata al cinema di montagna e non solo.  Sul manifesto dell’evento due parole “montagne e culture” «non a caso declinate al plurale» – spiega Mauro Levenghi, presidente del festival – «la montagna, infatti, è da sempre un concetto ricco di significati, e sempre di più un luogo vissuto, conosciuto e attraversato in molti modi diversi». Oltre cento film di cui 27 in concorso, eventi, mostre, ospiti autorevoli in questa edizione (Reinhold Messner, Hervé Barmasse, Giovanni Soldini, Vito Mancuso) e naturalmente temi portanti: cambiamenti climatici, ecologia, cammino lento, alpinismo e non è mancata una attenta riflessione sul disastro che ha colpito le montagne dolomitiche, un patrimonio naturale così duramente provato

Il CAI – Club Alpino Italiano (socio fondatore del Trento Film Festival), ha presentato nel pomeriggio del 2 maggio, il Sentiero Italia CAI, in occasione del convegno “Sentiero Italia CAI – 6880 km per incontrare, con un solo Cammino, le molte culture e bellezze del nostro Paese”.

Una storia che risale agli anni ’80 quando da un gruppo di escursionisti nasce l’idea di un percorso che attraversasse le Alpi, l’Appennino e le isole, così da unificare l’Italia. Luca Calzolari (direttore di Montagne 360) e Roberto Mantovani, moderatori del convegno, hanno incontrato alcuni degli ispiratori del lungo itinerario. Nelle parole di Stefano Ardito, la genesi del progetto ma anche i ricordi indelebili legati a Riccardo Carnovalini, Cristina Di Bono, Giancarlo Corbellini e al resto del gruppo che col tempo divenne sempre più numeroso. Da un articolo dello stesso Ardito deriva la denominazione del lungo “sentiero italiano”: “Gran Sentiero Italia”, infatti, era il titolo che Sergio Frau, allora responsabile del quotidiano la Repubblica, aveva dato al suo scritto; escludendo il “Gran” nacque il nome. Con Alfonso Picone Chiodo, past president della sezione CAI Aspromonte, il racconto giunge fino all’Appennino meridionale. Rilevante e significativo il suo intervento, perché se come ha affermato il presidente generale Vincenzo Torti «Camminare attraverso l’Italia significa intercettare borghi, bellezze e culture, da conoscere con il desiderio del gusto della scoperta individuale e della condivisione con gli altri», camminare in Aspromonte quando ancora era sconsigliato farlo (teatro allora di molti sequestri) ha significato non solo scoperta e conoscenza di un territorio ma soprattutto orgogliosa appartenenza. Un’operazione con una funzione, quindi, non solo escursionistica ma civile, culturale e sociale.

Teresio Valsesia ripercorre l’entusiasmo degli anni ’90, fondamentale soprattutto per il meridione, quando in Calabria il Sentiero Italia CAI vide la segnatura delle prime tappe proprio in Aspromonte. Sono gli anni del CamminaItalia, ossia «la storia camminata» come la definisce lo stesso Valsesia, oltre 6000 chilometri da Santa Teresa Gallura (nord della Sardegna) a Trieste, quasi otto mesi di cammino con due sole tappe di riposo che ha fatto incontrare antichi sentieri «Nature e culture diverse. Dalla macchia mediterranea alla flora pioniera delle Alpi». Una camminata resa possibile, soprattutto, dall’impegno di centinaia di soci e accompagnatori delle sezioni CAI italiane. La concretezza del presente che guarda all’entusiasmo del passato per investire nella speranza del futuro, questo è stato il filo rosso che ha unito le diverse testimonianze. Un’importante eredità da custodire e da vivere, come sta accadendo in tutte le regioni, dove prosegue la staffetta inaugurale del Sentiero Italia con il “Cammina Italia CAI 2019”.

Dopo la partenza ancora una volta da Santa Teresa di Gallura in provincia di Sassari, nello scorso mese di marzo è stata la Calabria a essere protagonista. La presidente regionale Mariarosaria D’Atri con la passione che la contraddistingue, ha dato appuntamento alla tre giorni calabrese tra la Catena Costiera e il Parco Nazionale del Pollino: dalla faggeta di Cinquemiglia a Pietrabianca (I tappa) per poi concludere a Sant’Agata d’Esaro immersi in una foresta di lecci, ontani e carpini, tra suggestivi scorci e finestre che si aprono sulle pareti di roccia strapiombanti nella sottostante Valle del fiume Esaro. Le sezioni di Cosenza, Verbicaro e Castrovillari, unite alle restanti di Catanzaro e Reggio Calabria, danno vita così all’itinerario del Sentiero Italia calabro che da Reggio Calabria, attraversa l’Aspromonte, le Serre, la Sila Piccola e la Sila Grande. Qui piega verso sud-est per proseguire verso la Catena Costiera e il Massiccio del Pellegrino per poi affrontare il Pollino il fino al confine fra Calabria e Basilicata. In 618 km di passi e 32 tappe, le tradizioni e i popoli di una terra a cui la natura ha dato ogni bellezza. L’intero tracciato calabrese del Sentiero Italia CAI è destinatario di importanti interventi di sistemazione grazie ad un progetto dotato di cospicue risorse finanziarie ad opera della Regione Calabria con fondi POR. Le azioni saranno coordinate dalle aree protette attraversate dal Sentiero Italia CAI e collocate sulla dorsale appenninica: Parchi nazionali dell’Aspromonte, della Sila, del Pollino e Parco regionale delle Serre. Per celebrare il momento ma soprattutto l’unità, il CAI Calabria ha realizzato un pieghevole informativo in cui la descrizione del percorso è necessariamente sintetica; sono indicate le tappe ma per la loro percorribilità sarà opportuno rivolgersi alle sezioni competenti. Inoltre propone alcune norme comportamentali da seguire in ambiente montano per la sicurezza dell’escursionista. Nel 2019, anno del Turismo Lento, la pubblicazione assume, pertanto, anche una valenza simbolica. La Calabria, “una penisola nella penisola”, “un sentiero nel sentiero”, cammina ancora oggi sulle orme di pastori, boscaioli, monaci e briganti. L’occasione dunque diventa propizia per una riflessione su luoghi, memorie e paesaggi che danno valore alle specificità di un territorio che ci accomuna. Un sentiero che conduce oltre che in natura anche nell’intimo di noi stessi – ricordava il presidente Torti – e se c’è una tappa che potrà rimanere impressa, questa è senza dubbio quella che oggi ci fa dire: «Quando è rinato il Sentiero Italia CAI io c’ero!».

Barbara Cutrupi – sezione CAI Aspromonte

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